Stele del Teatro Apollo - ROMACITTAETERNA

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Fontana -Stele del Teatro Apollo-


Dove e Collocata:

 
 

Lungotevere Tor di Nona

Zona:

 
 

Ponte

Autore:

 
 

Realizzata con disegno dell'architetto Cesare Bazzani

Committente:

 
 

Comune di Roma


Sono ormai ridotti molto di numero i romani che ricordano i  "nobili festini"  del Teatro Apollo, le superbe rappresentazioni che si svolgevano sul luogo di una vecchia fortezza degli Orsini, trasfor nel 1408 nella bieca, temuta prigione di Torre di Nona, il duris ergastolo che durante il secolo decimoquinto venne chiamato la prigione dello Papa.
Preso a fitto da un tal Giovanni di Paolo Carbone per conto e a nome della Camera Apostolica, al prezzo di dieci fiorini all'anno, il vecchio fortilizio lasciato da un Orsini alla Compagnia del Salvatore, venne destinato a sostituire il carcere capitolino, allora in mano del re Ladislao. La bicocca consisteva in una casa a due o tre piani, nell'orto e nella celebre torre, detta di Nona, sia perchè in quest'ora del giorno   vi si fosse svolto qualche truce fatto militare, sia per la gabella, o  annona, che gli Orsini facevano pagare a chi traghettava per quel tratto di fiume che era sottoposto al loro dominio. Il luogo dell'erga di Tor di Nona era segnato nelle carte topografiche del secolo XVI con una torre dalia quale penzolava una corda: era la corda alla quale si trovavano pendenti, al mattino, gli appiccati della notte. Qualche volta la spiccia procedura del tempo si consentiva persino il lusso di esporre, insieme con l'appiccato, un cartello che ne ridiceva il nome, la qualità e il delitto.
L'interno del carcere era quanto di più orribile si potesse imma c'era la prigione della vita, sperimentata anche da Benvenuto Cellini; c'era il fondo, dove i rei di più gravi delitti venivano preci e c'era la stanza della tortura, nota per la orribile specialità della sveglia, che rese tristemente celebre il nome del suo inventore, tal Meneghino da Siena.
Fu nella prima metà del secolo XVII che il fosco carcere venne distrutto, e sostituito dalle Carceri Nuove, sotto Innocenzo X; e che sulle sue fondamenta sorse il teatro che doveva bruciare due volte, e due volte essere ricostruito.
Non erano trascorsi cinquant'anni dalla sua inaugurazione, quan Innocenzo XII, esagerando ancora il rigore di Innocenzo XI che lo aveva fatto chiudere, ordinò addirittura la demolizione del teatro di Tordinona. E a chi gli faceva presente che la soppressione di questo teatro avrebbe tenuti lontani da Roma i forestieri, rispose che a Roma si veniva non per godere spettacoli profani, ma per visitare i sepolcri degli Apostoli. La demolizione venne iniziata, ma poi fortunatamente sospesa: Tordinona riprese il corso dei suoi spettacoli, ed ebbe vicende gloriose e nobili, ricordate diffusamente nella interessante pubblica dell'Ademollo su « I teatri di Roma nel secolo XVII », pubbli alla quale sono costretto a rimandare chi voglia saperne di più.
Quando il Teatro Apollo scomparve definitivamente, quasi ingo dal dedalo di malfamate casupole che gli si erano venute addos intorno, nel torbido rione di Ponte, rimase nell'animo dei romani il desiderio di vederlo almeno ricordato, sul luogo del suo passato splendore.E il voto venne appagato. Si provvide prima alla necessaria epu del quartiere, e il piccone rase inesorabilmente al suolo tutte le bicocche della malavita romana, cancellando dalla pianta dell'Urbe tutti i vicoli e gli angiporti che andavano da san Salvatore in Lauro alla via di Panico. Sulla vasta area risultante sorse una magnifica scuola pubblica, intitolata ad Alberto Cadlolo, giovane eroe della nostra ul guerra, e di fronte alla scuola, sid muraglione del Lungotevere Tordinona, tra il Ponte Umberto e il Ponte Sant'Angelo, fu eretta nel 1925 la stele — fontana che ricorderà ai posteri la bieca Torre di Nona e il glorioso teatroApollo.
Il monumento, disegnato da Cesare Bazzani, è di una semplicità romanamente austera: due agili colonne sormontate da due maschere festonate, con una lira nel centro; una lapide, e una bocca d'acqua che riempie un bel sarcofago strigliato.
La stele, dritta contro il fiume, reca questa iscrizione:

IL TEATRO APOLLO SULLE PIETRE DELLA ANTICA TORRE ORSINA A FASTI E GLORIE D'ARTE MUSICALE APRI' LE DORATE SCENE E DOVE FOSCHEGGIO' LA TORRE DI NONA LIBERA SI DIFFUSE LA PURA MELODIA ITALICA DEL TROVATORE - IL XIX GENNAIO DEL MDCCCLIII DI UN BALLO IN MASCHERA - IL XVII FEBBRAIO DEL MDCCCLIX QUI DOVE SUL TEATRO DEMOLITO PASSA LA NUOVA STRADA ROMANA
IL GENIO DI GIUSEPPE VERDI AFFIDA L'ETERNA MELODIA CANORA ALL'ARIA AL SOLE AL CUORE UMANO
A RICORDANZA DELLA TORRE DEL TEATRO E DEL GENIO CREATORE IL COMUNE DI ROMA POSE ANNO DOMINI MCMXXV

E l'aria libera, e il sole purificatore inondano infatti la vasta piazza che fronteggia la stele, mentre la moderna e magnifica scuola prepara al rione Ponte nuove generazioni, educate al rinnovato culto della Patria, grande, compiuta e forte, così come la vaticinò Giuseppe Verdi nelle sue immortali melodie.

 

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