XVIII Castro Pretorio - ROMACITTAETERNA

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RIONE XVIII .Casto Pretorio
Origine Araldica
Il nome deriva da Castra Praetoria, caserme dove risiedette la Guardia pretoriana in epoca romana. Lo stemma è il labaro della Guardia pretoriana in oro su sfondo rosso.

Dalle origini ai nostri giorni  
  Nella suddivisione Augustea, l'area di questo rione era inclusa nella vi regione, Alta Semita, ed in parte minore nella vi, Esquilino. Il rione deve il suo nome ad una caserma. Questa si differisce da tutte le caserme esistenti, sempli per essere la più antica in assoluto. Il Castro Pretorio, la caserma del corpo speciale dei pretoriani, sfiora infatti i duemila anni d'e Venne costruita nel 23 d.C. per volonà di Tiberio, il quale, come ricordato da Svetonio (in, 37), «fece costruire a Roma degli al per accasermare le corti pretoria che prima di allora, senza una loro sede, erano disperse in vari quartieri». Certo che col declinare dell'impero, il «castro» cessò di esse una caserma in senso stretto del termine, es infatti inglobato nel circuito delle mura di Aureliano, attorno al 272 d.C., senza pertan tradire del tutto la sua vocazione militare. Già in antico quest'ultima non impediva utiliz estranei alla destinazione bellica. Dai tempi di Tiberio vi si tenevano infatti regolari spetta gladiatori (Svetonio v, 21), sia pur senza solennità particolari. Gravissimo invece l'epi qui svoltosi, legato alla nomina ad impe di Didio Giuliano nel 193 d.C. prodro sconcertante dell'imminente crisi del ili se e dello strapotere raggiunto dai pretoria i quali in pratica misero all'incanto la cari fra Didio Giuliano, che ottenne la meglio, ed il genero di Pertinace, Sulpiciano. Nel me l'abbandono di questa parte della città dovuto soprattutto al taglio degli acquedotti effettuato al tempo delle guerre gotiche ed il calo demografico resero deserta la zona, salvo piccole isole attorno alle chiese principali, qua S. Maria Maggiore, S. Pudenziana e S. Prassede. Dal Cinquecento fino all'avvento della ferrovia la zona venne caratterizzata dalla pre di vaste, ricche ville. Se la maggior parte di queste vennero sacrificate all'esigenze della nuova capitale, quelle del rione Castro Preto lo furono invece al progresso. A Castro Pre si insediarono nel Seicento i gesuiti reduci dalle missioni asiatiche, donde il nome di Ma conferito sia al Castro che alla zona limi rimasto in uso fino a non molto tempo fa. Subito dopo il 1870, il Castro tornò ad esse tale tornando ad ospitare soldati, cosa che, anche se in modo ridotto, continua a fare tuttora.

Dal rione i, Monti, il più vasto soprattutto perché il meno popolato, si ottennero nel 1921 altri tre rioni, Celio, Esquilino e Castro Preto Se i primi mantenevano l'antica tradizione orografica, quest'ultimo trovò, in un monu di secondaria importanza rispetto ad al simbolo e toponomastica. Forse sarebbe stato più opportuno dedicare il rione alle vaste ed importanti Terme di Diocleziano, che tanto caratterizzano buona parte degli oltre cento et di territorio, o premiare il vero centro pro dello stesso, ancorché moderno, la sta Termini, vero polo d'attrazione della cità, nonostante il progressivo avvento delle co aeree. Altrettanto importanti so le parti superstiti dell'aggere serviano, una delle documentazioni più antiche di Roma, che è pur sempre la più antica capitale d'Europa. Ed ancora, non possiamo passare sotto silen il tratto orientale del muro Aureliano, an in pensione dopo 1600 anni di meritato servizio.  Un discorso a sé merita l'assetto urbanistico che caratterizza tuttora la viabilità del rione so impostata, nella sua parte più antica, a vantaggio degli effetti prospettici. Punto fo era, ed a modo suo resta, l'incrocio delle Quattro Fontane, ubicato sulla sommità del Quirinale e costituito dall'intersecarsi della via Venti Settembre e via del Quirinale, insistente
quest'ultima sul tracciato dell'antica Alta Se con la cinquecentesca via Felice, cosid per Felice Peretti, meglio noto come papa Sisto v, ed oggi nota, per quanto riguarda il tratto che c'interessa, come via delle Quattro Fontane. Qui la prospettiva sfrutta, con un ec risultato, tre obelischi esattamente in nonostante la distanza dal punto fo dell'incrocio; e più precisamente, l'obelisco di Trinità dei Monti a nord, quello dell'Esquilino sul lato opposto e quello del Quirinale ad ovest. L'ultimo braccio, quello orientale, in invece il fornice di porta Pia. I confini sono: piazza dell'Esquilino - via Cavour - piaz dei Cinquecento - piazza Indipendenza - viale Castro Pretorio - via Venti Settembre - via Quattro Fontane - via Agostino Depretis. Lo stemma è il labaro dei pretoriani in oro su sfondo rosso.

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