Fontana dei Quattro Leoni - ROMACITTAETERNA

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Fontana dei Quattro Leoni


Dove e Collocata:

 
 

Piazza del popolo

Zona:

 
 

Campo Marzio

Autore:

 
 

Giacomo della Porta (1574)

Committente:

 
 

Papa Gregorio XIII


Nel 1574, sotto il pontificato di Sisto V, Giacomo Della Porta aveva eretto in piazza del Popolo, presso l'obelisco, una fontana per la quale si era servito di una bella tazza di marmo salino, che si crede fosse stata ricavala dalla base di una delle colonne che sostenevano l architrave della Casa Aurea di Nerone.
All'inizio del secolo XIX, quando il pontefice Leone XII fece creare dal Valadier la passeggiata del Pincio e sistemare la piazza del Popolo, la tazza di Sisto V venne rimossa, e intorno all'obelisco venne costruita la gradinata quadra con le sue quattro fontane angolari. Semplicemente architettoniche, queste fontane si compongono di quattro vasche rotonde di travertino, riempite dai ventagli d'acqua che sgorgano dalle bocche di quattro leoni di marmo bianco, di stile egizio, collocati sulla cima di basamenti piramidali, formati da sette gradini quadrilunghi.
Questa fontana, in relazione con la massa d'acqua che vi fluisce, è forse la più sonora di Roma; e la sua voce, specialmente di notte o quando tace ogni altro rumore, riempie lo sterminato circo con il fragore delle sue cascate.
Per completare la decorazione della grande e bellissima piazza, il Valadier disegnò anche le due fontane che sono addossate al centro dei vasti semicerchi che la chiudono ai lati. Queste due fontane, identiche nella forma, variano solo nella ornamentazione statuaria: sono entrambe costituite da una grande vasca semicircolare di travertino, alta da terra circa ottanta centimetri, e piazzata al centro di un prospetto di pietra a grandi bugnati. Entro ciascuna delle due vasche si alza sopra al suo piedistallo una grandissima conchiglia di pietra tibur- tina, che contiene a sua volta una piccola tazza nella quale sgorga da una apertura della parete l'acqua, che rigurgita successivamente nella conchiglia e nella vasca.
Sulla fontana posta sotto al Pincio si erge la colossale statua di Roma, paludata, armata di lancia e con l'elmo in testa, fiancheggiata dai colossi giacenti del Tevere e dell'Aniene e dalla lupa allattante i due gemelli. In quella del lato opposto, verso la rampa del ponte Mar-gherita, il Ceccherini — che è autore di tutte queste statue — ha scolpito un Nettuno di dimensioni colossali, che troneggia col tridente in pugno sopra una pariglia di delfini guidati da due tritoni.
In questo secondo gruppo l'ispirazione della composizione centrale di fontana di Trevi è evidente persino nell'atteggiamento dei due delfini, uno dei quali si divincola furiosamente, mentre l'altro si lascia mansuetamente condurre, proprio come fanno i due cavalli marini del Bracci.
Le quattro grandi statue che sorgono sui piedistalli terminali degli emicicli, e che sembrano concludere la ornamentazione delle fontane laterali, rappresentano le quattro stagioni: e sono state scolpite, la Primavera dallo Gnaccarini, l'Estate dal Laboureur figlio, l'Autunno dallo Stocchi e l'Inverno dal Baini.
Per completare la descrizione delle fontane centrali occorre aggiungere qualche breve notizia intorno all'obelisco che ne forma l'elemento principale, e che nobilita l'ingresso della Porta Flaminia con la sua maestosa mole. E' questo uno dei due primi obelischi portati a Roma da Eliopoli, nove anni prima dell'inizio dell'era volgare. Augusto lo destinò ad ornamento della spina del Circo Massimo. Lo rinvenne Mat-teo da Castello, insieme con quello Lateranense, dieci palmi sotto terra.
L'obelisco del Popolo era spezzato in due; fortunatamente insieme con le due parti venne rinvenuto anche l'antico piedistallo, sul quale Domenico Fontana lo eresse, per ordine di Sisto V, nel luogo dove tut¬tora si trova, dopo averlo saldamente ricongiunto. A titolo di curiosità riporto la spesa occorsa per questo difficile lavoro, spesa chp fu di appena 10.229 scudi. Questo vetusto monolite, contemporaneo di Mose, è alto 24 metri; con il basamento 36 metri e mezzo. Il Marangoni dice che Sisto V volle innalzarlo in onore della Croce, e per decorare il prospetto della chiesa di santa Maria del Popolo, come è detto nelle due iscrizioni pontificie, riportate dallo stesso Marangoni, insieme con quella di Augusto.
La piazza del Popolo si abbellisce complessivamente di ben otto fontane: oltre alle quattro centrali e alle due laterali già descritte, ce ne sono altre due, una contro la caserma dei Carabinieri, l'altra contro il fianco della chiesa di santa Maria del Popolo, che versano acqua ciascuna da due bocche, entro due bei sarcofaghi simmetrici, adorni di figurine nel bassorilievo rotondo centrale, e di baccellature negli scom¬parti laterali.
Nel primo progetto del Valadier, sul prospetto del Pincio doveva erigersi una superba mostra d'acqua, divisa in quattro piani e culmi¬nante in un poderoso gitto saliente al centro della balaustrata del piazzale superiore. Questo progetto venne abbandonato, perchè non si potè disporre della quantità d'acqua che sarebbe stata necessaria per attuarlo.
La fontana centrale del Popolo era il punto di partenza di una antica e popolare gara: i concorrenti si facevano bendare gli occhi, uno alla volta, e, volgendo le spalle alla fontana, tentavano di camminare in linea retta, per imboccare il Corso Umberto I. Questa gara si ripeteva quasi ogni sera, fino a qualche diecina d'anni fa: ora è caduta in disuso, perchè con l'incessante andirivieni delle automobili e delle vetture, è già abbastanza difficile salvarsi... camminando ad occhi aperti.



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